Clara Marcelli – Ruggine

Clara Marcelli – Ruggine

Luglio 29, 2018 1 Di lasecondadolescenza

Nelle Marche esiste una riserva tutta particolare, quella del Bordò.

Un manipolo di produttori, in primis Marco Casolanetti di Oasi degli Angeli, si adoperano nel recupero di questo vitigno che altro non è che Grenache. Ogni luogo infatti, con la sua tradizione, ne ha plasmato il nome, come in questo caso, dove leggenda e verità di mescolano nello spiegarne l’origine.

Il quarto vitigno al mondo per superficie vitata, che sulle morbide colline picene, si è trasformato, grazie a una mutazione semale, in un biotipo unico. Sicuramente i numeri della produzione inducono subito a pensare a un fenomeno di nicchia, a una ricerca ostentata di qualcosa di diverso dai classici autoctoni marchigiani. In realtà in queste zone il Bordó, negli anni del boom economico, rappresentava una delle varietà più diffuse, poi finita in disuso. E i vini da Bordò, tutti di alta qualità e fascia di prezzo, non sono certo relegabili a un ruolo di comparsa nel panorama italiano, anche se ancora in attesa di una loro denominazione.
L’azienda biologica Clara Marcelli con il suo Ruggine, restituisce al vitigno un’interpretazione di straordinario carattere e spessore, dopo due anni in barrique.

Al naso una nota ferrosa ed ematica forse spiega da dove sia nata l’idea del nome in etichetta, ma è solo un accenno che poi si apre in un bouquet complesso appassito, frutta matura e macchia mediterranea. Il gusto è appagante e ricco come anticipato da profumi, ma non eccessivamente carico, anzi, riesce a mantenere una certa freschezza e una spalla acida finale che invoglia. Indubbiamente maestria ed eleganza la fanno da padrone in un vino che spicca per la sua anarchica indipendenza da gusti già sentiti.