Robert Denogent – En Chatelaine
In questi giorni sono di poche parole, non di pochi pensieri. Vorrei una mente più sgombra, sonni più limpidi e giornate di sole. Vorrei i sorrisi e la gentilezze del persone vere, quelle che di solito non amano mettersi in mostra, fanno poco rumore. Spesso le ho confuse tra la gente, alcune le ho riconosciute, alcune ho la fortuna di averle ancora a fianco. Nei momenti difficili, nei posti più bui, sui marciapiedi, nelle notti insonni, nelle albe affaticate e piatte, quelle persone ti allungano una sigaretta già accesa. E’ un’immagine, ne ho molte altre, le tengo per me.
Come forse avrei dovuto fare anche con queste parole che invece escono, escono e non si fermano, con impeto, con grido. Ho letto che scrivere è un urgenza, come quando bevi tre birre medie e cerchi il bagno più vicino. Forse sì, scrivere è quella roba lì, fare a gara a chi ha più fretta tra le parole e i pensieri. Scrivere è correre, correre per non farsi la pipì addosso, correre e poi fermarsi tra due auto, accovacciarsi e farla lì. Scrivere è arrendersi alle ansie, alle idee, ai sogni, alle paure perchè se scrivi è vero, se pensi più o meno.
Forse vale anche per il vino, se ne può parlare, se ne può discutere poi però c’è quell’urgenza di bere e se si bevono Borgogne come questa credo che ogni polemica sul concetto di mineralità decada. Perchè il sale pungente sulla lingua è vero, reale, tangibile, buonissimo. Come le lettere su un foglio, come una sigaretta che brilla nel buio. Sono ancore. Si vive per ancorarsi.
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Chardonnay in purezza dell’azienda Robert Denoget nel Maconnais che stregata dalle idee di Marcel Lapierre – il quale nel Beaujolais stava rivoluzionando a inizio anni 90 il vino francese al grido di “Vive le terroir!” – sceglie di fare propri i principi della vinificazione naturale non interventista. Cru En chatelaine, da un vecchio vigneto del 1917 appare fin dal primo calice opaco di una materia tesa, tessuta, fin intrecciata ad una grassezza accennata e ad un sale accecante, stridente, quasi masticabile.
Un vino che è un’àncora. Ed un ancòra.