Costedilà – 330 slm
Una piccola figura umana legata a terra e cielo. Un filo rosso, spesso e robusto a creare il disegno sull’etichetta. Un manifesto per un’agricoltura diversa nelle colline più sfruttate d’Italia, quelle del Prosecco. Un disegno semplice come il progetto fondato nel 2006 da Mauro ed Ernesto nella piccola frazione di Coste di Là: fare degli ottimi vini come si facevano una volta. Senza ausili, senza chimica.
E ne sono passati di anni, ne sono passati di tentativi fino alle prima bottiglie tutte marchiate con quel semplice filo rosso arrotolato e un bel tappo a corona. Solo un dettaglio a fare la differenza, il numero in basso a sinistra a indicare l’altitudine dei vigneti impiegati per quel vino. Così, con i vini di Costedilà il concetto di cru compariva nella terra della massificazione per eccellenza. Con Costedilà anche il Prosecco diventava un vino vivo, un vino dinamico e influenzabile. Non solo autoclave su uve poco mature. Poi, volendo dirla tutta, i vini di Costadilà non la vedono nemmeno l’autoclave, ma sono prodotti con il metodo della rifermentazione in bottiglia sui propri lieviti. Oggi se ne sente parlare molto, nel 2006 invece si trattava di un brusco cambio di direzione, un’inversione a U nel mondo del vino veneto industriale.