Costedilà – 330 slm

Costedilà – 330 slm

Aprile 26, 2019 0 Di lasecondadolescenza

Una piccola figura umana legata a terra e cielo. Un filo rosso, spesso e robusto a creare il disegno sull’etichetta. Un manifesto per un’agricoltura diversa nelle colline più sfruttate d’Italia, quelle del Prosecco. Un disegno semplice come il progetto fondato nel 2006 da Mauro ed Ernesto nella piccola frazione di Coste di Là: fare degli ottimi vini come si facevano una volta. Senza ausili, senza chimica.

E ne sono passati di anni, ne sono passati di tentativi fino alle prima bottiglie tutte marchiate con quel semplice filo rosso arrotolato e un bel tappo a corona. Solo un dettaglio a fare la differenza, il numero in basso a sinistra a indicare l’altitudine dei vigneti impiegati per quel vino. Così, con i vini di Costedilà il concetto di cru compariva nella terra della massificazione per eccellenza. Con Costedilà anche il Prosecco diventava un vino vivo, un vino dinamico e influenzabile. Non solo autoclave su uve poco mature. Poi, volendo dirla tutta, i vini di Costadilà non la vedono nemmeno l’autoclave, ma sono prodotti con il metodo della rifermentazione in bottiglia sui propri lieviti. Oggi se ne sente parlare molto, nel 2006 invece  si trattava di un brusco cambio di direzione, un’inversione a U nel mondo del vino veneto industriale.

Ho assaggiato da poco il loro Costedilà 330 ottenuto da Glera, Bianchetta e Verdiso cresciuti tra i 250 e i 350 metri di altitudine con esposizione sud-est. Vini allegri, dinamici, da bere in compagnia lasciando l’ultimo bicchiere a chi nel gruppo sia più amante dei lieviti e della torbidità. Il bicchiere migliore per me, quello dove oltre alla grande immediatezza si scorge quella celata complessità che ha fatto finire la bottiglia così in fretta.
E anche se oggi Ernesto ci manca, restano per fortuna questi vini sapienti e saggi ad indicare la strada a chiunque abbia voglia di percorrerla.