Tenuta Dornach – Numero 5

Tenuta Dornach – Numero 5

Dicembre 29, 2020 0 Di lasecondadolescenza

Doveva arrivare Patrick Uccelli di Tenuta Dornach per farmi bere un piwi (*) e farmi divertire così tanto!

Siamo in territorio austero e rigido come quello altoatesino, precisamente nei pressi di Salorno. Un territorio dove l’uomo gioca la sua partita a scacchi con la forma naturale più imbattibile, la montagna.

Numero5 è Souvigner gris che con la prolungata macerazione tira fuori una complessità in crescendo e apparentemente cacofonica. Sferzate vibranti di sensazioni aromatiche e varietali segnano la strada per quelle gourmand di caramello salato e arachide tostata. Penserete quindi ad un orange intenso, impegnativo e invece qui sta la magia, perché Il Numero 5 di Patrick è fresco, amico, giocherellone. Non c’è che dire, ci vuole talento per rendere così facile la complessità. Per “togliere” aggiungendo. Un vino tecnico e studiato che risulta però immediato e spontaneo, i miei preferiti.

E si, forse mi devo ricredere sui vitigni piwi.

(*) Acronimo di una parola tedesca che significa “resistente ai funghi”, le piwi sono varietà naturalmente resistenti alle principali malattie della vigna e per questo consentono una significativa riduzione dell’uso dei prodotti fitosanitari.

Varietà incrociate per generazioni con ceppi di vite selvatica e non prodotti geneticamente modificati. Bronner, Solaris, Gamaret, per fare alcuni nomi, sono cloni nati spontaneamente e selezionati per caratteristiche organolettiche di altissimo profilo e resistenza alle malattie.

Già molto diffusa in Germania, Danimarca e Polonia, la viticoltura piwi si è fatta largo negli ultimi dieci anni anche nelle regioni del Nord Italia. Un settore in fermento, soprattutto da quando la piaga del cambiamento climatico si è fatta sempre più evidente. Inverni tiepidi, primavere troppo piovese ed estati torride stanno alterando il ciclo produttivo della vite. Come salvarsi? Una possibilità è quella di  trasferire la viticoltura a quote più alte e quindi più fresche, dove però le normali piante di vite risultano più attaccabili da funghi e malattie. Per questo le varietà piwi, che essendo naturalmente resistenti permettono un’agricoltura sana e senza chimica, offrono un valido strumento per il viticoltore biologico e si stanno guadagnando l’appellativo di vitigni del futuro.

 

PS. Ci vuole anche talento per scovare un vino così e il merito va tutto ai ragazzi di Winey, servizio in abbonamento mirato alla riscoperta degli artigiani del vino lungo la nostra penisola recapitando ogni mese tre vini unici a casa. Una bella iniziativa a sostegno di una viticoltura sana, giusta e buonissima!