Cantina Martinelli – Speciale Covid19

Cantina Martinelli – Speciale Covid19

Aprile 20, 2020 0 Di lasecondadolescenza

Una bottiglia vuota e un calice a testa in giù. Questo l’effetto della bellissima chiacchierata in diretta con Francesco di Cantina Martinelli, si sa che le chiacchiere mettono sete. Pensate poi cosa può succedere se si è trattato di chiacchiere costruttive e interessanti. Così in un’oretta e mezza la bottiglia de Il Gigante è finita dalla bottiglia al mio bicchiere. Garganega in purezza lavorata solo in acciaio, dal piccolo vigneto-cru impiantato nel 1967 dal padre di Francesco e oggi circondato solo da boschi. Una Garganega finalmente onesta, sincera: elegante, strutturata, ma così godibile con la sua acidità e mineralità spiccate. Una spremuta di terroir.

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Di cosa abbiamo parlato? Ci siamo chiesti soprattutto come reagiremo ad un mondo fuori che non sarà più lo stesso. Insomma, non proprio domande semplici, per questo io e Francesco ci siamo fatti aiutare anche da Enrico Murru, sommelier di Rost neonato della ristorazione di via Melzo, che è intervenuto raccontandoci il suo punto di vista.

Tutti d’accordo, la nascita rapida e un po’ scalmanata di servizi di delivery a cui stiamo assistendo in questi giorni è qualcosa, ma non basta. A casa ci resteremo tutti ancora per molto tempo, vuoi perché quando i locali riapriranno i posti disponibili saranno meno, vuoi perché saremo tutti un po’ più poveri. Non si tratta solo di salvare ognuno il proprio orticello, si tratta di fare un passo in più, un passo di empatia e visione. Serve fare squadra, per sentirci tutti coinvolti in prima persona, che si sia clienti, ristoratori, enotecari, produttori, distributori. Tutti possiamo passare dalla posizione di passivi osservatori di un mondo che ci sta cambiando sotto gli occhi ad attivi protagonisti di un mondo che sarà diverso, ma non per forza peggiore.

Basta alle lamentele inutili e largo spazio ad iniziative che creino filiera, come Drinking Against Sinking (a cui Cantina Martinelli aderisce) – creazione di una sorta di cassa comune autogestita dagli stessi aderenti al progetto per aiutare chi, alla riapertura, si troverà in difficoltà –  e come il prossimo delivery “esperienziale” di Rost che porterà a casa non solo i piatti del suo menù, ma anche gli ingredienti e i semilavorati che lo compongono per permettere a chi in città di continuare a sostenere i piccoli produttori di materie prime di eccellenza. E magari di imparare anche un po’ a cucinare.

Mio nonno diceva sempre “Non è mai un male che non sia un bene”: in questi giorni ci sembra impossibile girare il nostro cannocchiale di osservazione, ma forse anche dietro a questa tragedia ci potrebbero essere spunti costruttivi su cui investire.

E continuando ad attingere ai detti popolari, siamo tutti nella stessa barca, prima lo capiamo e agiamo meglio sarà per tutti. Si può fare, e con sempre più urgenza si deve fare.

 

 

A latere, la linea di Cantina Martinelli è composta oggi anche da altri due vini. Il Leviatano, Garganega rifermentata in bottiglia senza sboccatura come da tradizione e Pantagruele, la versione “riserva” de il Gigante con un anno di acciaio in più. In questa etichetta per me si raggiunge l’equilibrio perfetto, alcuni tratti spigolosi risultano ammorbiditi e il vino acquista un corpo e un’impronta più forte grazie alla permanenza più lunga sulle proprie fecce. Più sbarazzino e ribelle il primo, Pantagruele si calma e matura come le persone crescendo, a volte!

Una realtà trasparente quella di Cantina Martinelli, dove l’uva e il territorio prevalgono su tutto. Un progetto che avrò in piacere di seguire nei prossimi anni, con l’arrivo di qualche novità in affinamento, di una etichetta rifermentata rosè (nel 2019 a causa di imprevisti climatici che hanno ridotto la produzione, non si ci sarà infatti il Leviatano) e presto la costruzione della cantina.

Intanto beviamo e guardiamo al futuro con tutta la buona volontà e positività possibile!